Nutrizionista

È una figura che si occupa del rapporto tra alimentazione, nutrizione e stato di benessere psicofisico della persona. In molti Paesi esiste una sola figura professionale che si occupa di questo campo, ed è il "Dietitian".

Nutrirsi Bene: SIGNIFICA SENTIRSI IN FORMA, AVERE MAGGIORE ENERGIA E SOPRATTUTTO SALVAGUARDARE LA PROPRIA SALUTE.

Patologie e diete


Obesità


DEFINIRE L'OBESITA' L’OBESITÀ È MANIFESTA QUANDO L’IMC INDICE DI MASSA CORPOREA È MAGGIORE DI 30 KG/M2.

Fonte di preoccupazione per la Organizzazione Mondiale Sanità (O.M.S) l’obesita è destinata ad aumentare, con conseguente aumento delle malattie ad essa correlate. Italia interessa oltre 4 milioni di individui e circa il 20% dei bambini in età scolare.

Dieta per Diabetici


Una alimentazione ben bilanciata rappresenta la cura essenziale del diabete. La dieta ideale per il diabete non è affatto complessa o restrittiva.

Seguire una dieta controllata e sana serve soprattutto a mantenere sotto controllo il livello di zucchero nel sangue, mediante un corretto apporto alimentare di tutti i nutrienti necessari alla salute dell’organismo.

Definire L'obesità

L’obesità è una malattia tipica della società contemporanea, particolarmente diffusa nelle aree geografiche più ricche e destinata ad aumentare.

Le cause possono essere svariate. Le principali sono imputabili ad un’alimentazione errata, basata su un apporto eccessivo di grassi e di zuccheri a discapito di alimenti semplici, ad una vita sedentaria e all’assunzione di determinati farmaci. Vi sono inoltre numerose malattie conseguenti all’obesità, tra cui ipertensione, diabete, malattie cardiovascolari e tumori.

Cause, Sintomi e Possibili Malattie Conseguenti
  • CAUSE: Alterazioni ormonali e metaboliche, disfunzioni della tiroide, rappresentano la minoranza dei casi mentre la maggior parte delle cause sono da attribuirsi a: * Eccesso di alimenti. * Alimentazione errata. * Apporto eccessivo di grassi e zuccheri raffinati a scapito di alimenti semplici e fibre. * Sedentarietà. * Farmaci (per esempio antipsicotici, antiepilettici, antidepressivi, corticosteroidi).
  • SINTOMI: La sintomatologia dell’obesità è evidente nella sua manifestazione fisica, ma anche pelle grassa, sudorazione eccessiva, acne, affanno, difficoltà di movimento, alterazioni del ciclo mestruale, crisi di apnee notturne durante il sonno e aterosclerosi precoce.
  • POSSIBILI MALATTIE CONSEGUENTI: L’obesità determina, il più delle volte, ipertensione, diabete, malattie cardiovascolari e tumori . A queste si associano artrosi precoce, alterazioni del quadro ormonale, irsutismo (comparsa di peli su tutto il corpo) e amenorrea nelle donne, riduzione o perdita dell’autostima, sindromi ansiose, disturbi del sonno.
Le Cure

Dovranno essere effettuate da uno specialista in scienza dell’alimentazione, bisogna tener presente che le uniche figure professionali abilitate legalmente alla prescrizione autonoma delle diete sono i medici ed i biologi, i quali a seguito di una accurata indagine valuteranno il fabbisogno nutritivo e predisporranno un piano di riorganizzazione alimentare volte a migliorare la sensazione di benessere ed a ridurre i rischi per la salute dei pazienti.
A seguito di una valutazione accurata con indagini plicometriche e/o impedenziometriche, la riorganizzazione alimentare verrà calibrata basandosi su un regime dietetico adeguato e sul cambiamento dello stile di vita. E’ previsto anche il ricorso alla chirurgia bariatrica, quando richiesto.
Una buona riorganizzazione alimentare, effettuata con l’aiuto del Dott. Fiocca, ci permette di prevenire e ridurre il rischio di malattie legate all’obesità.

Tipologie di diabete
  • Diabete di tipo 1: in questa forma di diabete l’organismo non è più in grado di produrre insulina. Spesso si evidenzia durante l’infanzia o l’adolescenza.
  • Diabete di tipo 2 (diabete dell’adulto o non insulino-dipendente): è circa 10 volte più frequente del diabete di tipo 1. L’organismo, è ancora in grado di produrre insulina, ma in quantità insufficiente. Generalmente, il diabete di tipo 2 si sviluppa in persone con più di 40 anni, in sovrappeso e con una storia familiare di diabete.
  • Diabete gestazionale: è una forma di diabete che viene diagnosticato per la prima volta durante la gravidanza e generalmente non dà sintomi. Nella maggioranza dei casi scompare dopo il parto.
  • Altre forme di diabete: esistono casi in cui il diabete è il risultato di rare forme geneticamente determinate, o è conseguente a interventi chirurgici, all’uso di alcuni farmaci o legato a una reazione del sistema immunitario contro i recettori per l’insulina normalmente presenti nelle cellule o contro l’insulina.
Alimentazione Adatta

Qualunque sia il tipo di diabete ed il trattamento farmacologico prescritto, la persona con diabete deve assumere alimenti simili, per composizione e quantità, a quelli consigliati alla popolazione generale per mantenere un buono stato di salute.
UNA DIETA DEVE ESSERE EQUILIBRATA IN TERMINI DI MACRONUTRIENTI (CARBOIDRATI, PROTEINE, GRASSI) E GENERALMENTE SU UNO SCHEMA A CINQUE PASTI GIORNALIERI.

Nel diabetico di tipo 1 è possibile anche uno schema dietetico suddiviso in tre pasti che vanno somministrati in vicinanza della terapia insulinica. La regola degli spuntini si rivela utile nel mantenere un controllo soddisfacente in caso di terapia insulinica intensiva e anche nel diabetico di tipo 2.

La dieta ottimale per il diabete
PROPOSTA DALL’AMERICAN DIABETES ASSOCIATION (ADA 2005).

Essa si basa su una quota totale di carboidrati variabile dal 45 – 55 % delle calorie totali. Numerosi studi hanno evidenziato che anche il saccarosio non aumenta la glicemia più dell’amido; inoltre benché l’uso di alimenti a basso indice glicemico possa ridurre la glicemia postprandiale, non vi sono sufficienti evidenze su benefici a lungo termine tali da raccomandarne l’uso come strategia primaria nel pianificare l’alimentazione.

Per tali motivi, lo zucchero comune non deve essere quindi vietato, ma adeguatamente conteggiato nell’apporto calorico totale sostituendo altri carboidrati: l’apporto totale deve essere inferiore ai 20 grammi al giorno.

Dieta per sportivi


Presso il centro vengono anche elaborate diete per sportivi, capaci di soddisfare molteplici necessità.

Una continua pressione sul corpo richiede un’attenzione particolare per non entrare in deficit energetico evitando comunque di accumulare grassi. La maggior parte delle volte la causa di tutto è un’alimentazione sbagliata: ti serve una dieta davvero "su misura" per uno sportivo come te.

Intolleranze Alimentari


Le intolleranze alimentari, a differenza delle allergie alimentari che si manifestano immediatamente, sono reazioni lente e insorgono dopo ore o addirittura giorni dalla introduzione dell’alimento, e sono quindi più simili ad una specie di avvelenamento lento..

La sintomatologia dell’intolleranza alimentare viene spesso sottovalutata. Tendenzialmente, i sintomi più frequenti riguardano disordini all’apparato gastro-intestinale, alla cute, al sistema nervoso, all’apparato genito-urinario, al sistema muscolare e a quello articolare

Gli sportivi

Gli sportivi, siano essi amatori o professionisti, prestano particolare attenzione sia alla forma fisica che alla prestazione che il corpo è in grado di dare. Per tale motivo non esiste una ricetta valida per tutti, viceversa la dieta è mutevole a seconda dello sport praticato, dell’intensità con cui lo si pratica e a seconda di sesso ed età.

I NOSTRI ESPERTI, DAL NUTRIZIONISTA AL DIETOLOGO, SAPRANNO PROPORRE LE INTEGRAZIONI ALIMENTARI NECESSARIE PER CHI PRATICA UN’ATTIVITÀ SPORTIVA CON ALLENAMENTI INTENSIVI ESCLUSIVAMENTE DOPO UNA VISITA GENERALE E IN COLLOQUIO CONOSCITIVO.

I Sintomi delle Intolleranze

Mentre i sintomi connessi alle allergie sono percepiti quasi immediatamente, i sintomi provocati dalle intolleranze alimentari sono il frutto di uno stimolo immunologico di entità ridotta, ma ripetuto nel tempo; è meno facile quindi riconoscere un rapporto diretto tra la sostanza che scatena la reazione e la reazione stessa. Per questo la sintomatologia dell’intolleranza alimentare viene spesso sottovalutata, infatti si manifesta in modo estremamente vario e può ineressare qualsiasi sistema o apparato.

SINTOMI E DISORDINI FREQUENTI

  • APPARATO GASTRO-INTESTINALE: Meteorismo, eruttazioni, diarrea, nausea, gastrite, reflusso gastroesofageo, epigastralgia, colite, sindrome del colon irritabile, dispepsia, sensazione di pesantezza, dolori addominali, malassorbimento, malattie infiammatorie intestinali, appetito ridotto o aumentato, crampi.
  • CUTE: Eruzioni cutanee, eczema, orticaria, acne, dermatiti, prurito cutaneo, ritenzione idrica e linfedema, lesioni vasculitiche, eritema solare; il controllo delle intolleranze alimentari può essere di aiuto anche nella riduzione delle reazioni tipiche della psoriasi e della dermatite atopica.
  • SISTEMA NERVOSO: Cefalea ed emicrania, astenia, difficoltà di concentrazione, torpore mentale, sonnolenza, vertigini, affaticamento, sbalzi d’umore, sindrome da stanchezza cronica, alcune forme di insonnia, manifestazioni epilettiche con aura.
  • APPARATO GENITO-URINARIO: Cistiti, infezioni, dismenorrea, candidosi, cistiti abatteriche (quelle in cui non sembra esserci alcun battero responsabile), ripetizione di queste patologie, enuresi, mestruazioni abbondanti o dolorose o irregolari.
  • SISTEMA MUSCOLARE E ARTICOLARE: Mialgie, crampi, tendenza agli strappi, dolori articolari, artriti, spasmi, tremore, rigidità muscolare.
  • ALTRO: Edemi, gonfiore delle palpebre, del volto o delle gengive, congiuntiviti, infezioni ricorrenti, afte, difficoltà di deglutizione, ronzio auricolare, palpitazioni, tachicardia, infiammazioni venose o arteriose, vasculiti, anemia, leucopenia, riduzione delle piastrine. È ormai sicuro che l’interferenza sul sistema immunitario può contribuire alla nascita di molte malattie autoimmuni o reumatologiche; si tratta di Artrite reumatoide, Crioglobulinemia, Morbo di Crohn, Colite ulcerativa, LES e alcuni casi di Diabete e Sindrome di Cushing.
Metabolismo, Diabete, Obesità
È stato osservato che può esistere una relazione tra intolleranza agli alimenti e sovrappeso: controllando l’assunzione degli alimenti non tollerati si può ottenere una riduzione dell’infiammazione indotta dagli alimenti, una riduzione dei radicali liberi e un miglioramento della sensibilità insulinica, con effetti a cascata sul metabolismo. La presenza di una reazione avversa al cibo non determina solo malattie, ma anche condizioni disturbate nel soggetto sano; se infatti parliamo di Sovrappeso, di Stanchezza Cronica, e di Performance muscolare sportiva ci riferiamo a condizioni non necessariamente patologiche, ma in cui il controllo della ipersensibilità alimentare può portare a sensibili e importanti miglioramenti.
In genere comunque, qualsiasi disturbo con componente infiammatoria cronica di cui non si riesca a comprendere l’origine dovrebbe fare pensare anche ad una ipersensibilità alimentare nascosta.
Quando un disturbo può essere causato (del tutto o in parte) da una ipersensibilità alimentare, questo significa che è possibile guarire (o contribuire a migliorare) quel disturbo anche con una semplice dieta, una volta che siano stati identificati i cibi verso cui esista una ipersensibilità.

Alimentazione e Tumori


VIVERE BENE È UNA NOSTRA SCELTA: Le chiavi della salute sono nelle nostre mani? La ricerca scientifica afferma che la salute e la durata della nostra vita dipendono per un 20-30% dalla genetica, il 15-20% dall’ambiente e più del 50% dal nostro stile di vita, cioè noi decidiamo il nostro stato di salute. La medicina preventiva indica che una sana alimentazione è la scelta migliore per vivere a lungo ed in salute, quindi la prevenzione delle malattie croniche degenerative e dei tumori avviene a tavola.

Dal cibo infatti dipendono tutti i nostri processi metabolici, detto in maniera semplice il nostro organismo ha bisogno di energia e piccoli pezzi di ricambio che devono essre forniti dal cibo, se noi introduciamo molecole di scarsa qualità oppure non rispettiamo le corrette proporzioni dei singoli nutrienti, avremo come conseguenza un cattivo stato di salute. La dieta quindi non deve essere considerata come un mero esercizio per perdere qualche chilo di troppo, ma assume un valore molto più importante, dare anni ed inensità alla nostra vita, vivere cioè a lungo e senza malattie.
Meditate sul corretto valore della parola DIETA.

Effetti dei Polifenoli e Alcol

Effetti Antinfiammatori dei Polifenoli e dell’Alcol
DIVERSI STUDI EPIDEMIOLOGICI HANNO RIPORTATO EFFETTI BENEFICI RELATIVI AL CONSUMO MODERATO DI ALCOL SULLE MALATTIE CARDIOVASCOLARI.

Alcuni studi si sono incentrati sul distinguere gli effetti di diverse bevande alcoliche, osservando che il consumo moderato di vino rosso ha maggiori effetti sulla riduzione del rischio di malattie cardiovascolari, rispetto ad altre bevande. A differenza di altre bevande (superalcolici, gin etc..), oltre alla componente alcolica, il vino rosso contiene composti fitochimici, principalmente polifenoli come antocianosidi, catechine,proantocianidine, stilbeni e altri composti fenolici, i cui potenziali effetti sulla salute cardiovascolare sono stati finora dimostrati in vitro e in modelli animali.
In tale campo di ricerca, molto meno comuni sono gli studi clinici con soggetti umani che abbiano analizzato gli effetti di distinte bevande alcoliche, e abbiano cercato di differenziare gli effetti cardiovascolari prodotti dalla componente alcolica del vino rosso e dalla frazione polifenolica, che permane una volta che il vino viene dealcolizzato.
Un recente studio svolto da gruppo di ricercatori spagnoli, pubblicato nell’ sull’American Journal of Clinical Nutrition, ha valutato gli effetti separati e cumulativi dell’ etanolo e della frazione fenolica del vino rosso sull’espressione di molecole di adesione endoteliale e di citochine pro-infiammatorie, riconosciuti biomarcatori di rischio aterosclerotico, in soggetti ad alto rischio cardiovascolare. Lo studio comprendeva 67 volontari di sesso maschile reclutati in Spagna, considerati ad “alto rischio” di malattie cardiovascolari sulla base dell’ indice di massa corporea, tabagismo, fattori di rischio di diabete e ipertensione o altre patologie.
I soggetti si astennero dal consumo di alcol per un periodo di riferimento, dopodiché si sottoposero a tre interventi distinti, in ordine aleatorio, ciascuno della durata di 4 settimane, senza importanti variazioni nelle abitudini alimentari o nel grado di attività fisica svolta tra i tre periodi: 1) 30 g / die di vino rosso, 2) 30 g / die di gin, o 3) una quantità equivalente di vino rosso dealcolizzato.
Il contenuto di composti fenolici nel vino rosso rimaneva invariato dopo la dealcolizzazione. Prima e dopo ogni periodo in studio sono stati valutati gli effetti dei vari interventi su 7 marcatori cellulari (molecole di adesione) e 18 marcatori serici (citochine pro-infiammatorie) che hanno un ruolo chiave durante il processo infiammatorio e nello sviluppo di malattie cardiovascolari.
I risultati chiave dello studio dimostrarono che sia l’alcol che i composti fenolici contenuti nel vino rosso, hanno potenziali effetti protettivi nella riduzione del rischio di malattie vascolari, contribuendo alle proprietà antinfiammatorie del vino.
In particolare, gli autori conclusero che i consumo di alcool si associava prevalentemente ad un aumento di IL-10 e una diminuzione dei livelli di chemochine prodotte dai macrofagi, mentre la componente fenolica del vino rosso determinava una diminuzione delle concentrazioni seriche di molecole di adesione leucocitaria.
Complessivamente, lo studio confermò come sia la componente alcolica che fenolica del vino rosso possano giocare un ruolo importante nella modulazione di mediatori serici dell’infiammazione in pazienti ad alto rischio cardiovascolare.
Riferimento: Chiva-Blanch G, Urpi-Sarda M, Llorach R, Rotches-Ribalta M, Guillèn M, Casas R, Arranz S, Valderas-Martinez P, Portoles O, Corella D, Tinahones F, Lamuela-Raventos RM, Andres-Lacueva C, Estruch R. Differential effects of polyphenols and alcohol of red wine on the expression of adhesion molecules and inflammatory cytokines related to atherosclerosis: a randomized clinical trial. Am J Clin Nutr 2012. doi: 10.3945/ajcn.111.022889.

Pancia Gonfia? Colon Irritabile?

Pancia Gonfia? Colon Irritabile?

Il gonfiore di pancia, o meteorismo, è un sintomo aspecifico e legato a diverse affezioni dell’apparato digerente. Ovviamente ci sono diversi gradi di “gonfiore”, ma in alcune situazioni il disturbo è talmente invalidante da compromettere la vita sociale del soggetto con riduzione delle normali attività di routine. La distensione addominale inizia già al mattino, soprattutto dopo colazione, e peggiora durante la giornata per poi ridursi o a scomparire durante il riposo notturno.
Di fronte ad un soggetto che lamenta tale disturbo il medico è tenuto, dopo accurata anamnesi e tenendo conto dell’età del paziente, ad escludere alcune patologie “reali” del canale alimentare (calcolosi della colecisti, gastriti, ulcere, coliti, polipi, tumori, ecc.), eventuali intolleranze (lattosio, glutine) o un’alterazione batterica intestinale (SIBO – Sindrome da sovracrescita batterica intestinale).
Tutte situazioni che richiedono trattamenti specifici. Molto spesso, però, non vengono rilevate cause principali e le misure dietetiche e le norme comportamentali, efficaci in alcuni casi, non sono di aiuto in molti altri pazienti. Si parla, allora, di disturbo funzionale dove entrano in gioco diversi fattori: difficoltà ad eliminare il gas normalmente prodotto dalla flora batterica intestinale, debolezza della muscolatura addominale, alterata sensibilità viscere, ridotta motilità intestinale. In alcuni casi si associa una sindrome del colon irritabile (IBS) (caratterizzata da una serie di disturbi cronici o ricorrenti come diarrea o al contrario stitichezza persistente, meteorismo, flatulenza, dolori addominali e gonfiore; possono essere tutti presenti o solo alcuni con intensità variabile e possono cambiare nel tempo). Le donne, che “sentono” maggiormente il meteorismo e ne soffrono più degli uomini (circa il doppio), hanno un peggioramento durante il periodo mestruale.
Molti di questi pazienti riferiscono un’associazione tra ingestione di alcuni cibi e la comparsa del “gonfiore” e per questo iniziano a girovagare da uno specialista all’altro alla ricerca del farmaco “miracoloso” ( che non troveranno), ad effettuare test di intolleranze alimentari di “dubbia” validità e di intraprendere, sui risultati di tali test, stretti regimi alimentari di esclusione che non risolvono i sintomi, ma che possono comportare importanti stati carenziali. Tale scenario sembra però finalmente modificarsi grazie ai risultati, validati scientificamente, della dieta FODMAP che dal 2001 viene proposta da alcuni ricercatori (Gibson PR, Shepherd SJ) della Monash University di Melbourne.

COSA SONO I FODMAP? FODMAP è l’acronimo di Fermentabili Oligo-, Di- e Mono-saccaridi e Polioli, serie di carboidrati a corta catena: lattosio, fruttani, fruttosio, galattani e polialcoli. I saccaridi includono fruttosio, lattosio, fruttano e galattano. I polialconi sono sorbitolo, mannitolo, xilitolo e maltitolo. Tali carboidrati, contenuti in molti alimenti, possono essere poco assorbiti dal piccolo intestino e rapidamente fermentati dai batteri intestinali nell’ileo e nel colon prossimale. I sintomi sono dovuti alla distensione dell’intestino sia attraverso un alto volume di liquidi trattenuti dovuto al processo di osmosi, sia un aumento della produzione dei gas. Tale processo è responsabile della seguente sintomatologia: • Dolore addominale • Aumento del gas intestinale • Meteorismo • Distensione addominale • Alterata disfunzione della motilità addominale che si manifesta con diarrea e stipsi.
Secondo la teoria del FODMAP limitando tali cibi si dovrebbero ridurre i sintomi e questo dovrebbe accadere nei ¾ dei pazienti. Da precisare che tale dieta non “cura” la sindrome dell’intestino irritabile, ma rappresenta una possibilità per ridurre nettamente i sintomi. Le esperienze cliniche ed i numerosi studi finora pubblicati, riportano incoraggianti risultati. Il protocollo dura in totale 6-8 settimane. Nella prima fase, si eliminano i cibi ricchi di FODMAP – (fase di eliminazione totale) – e gradualmente si reintroducono – (challenge test). Il risultato sarà quello di capire quali cibi e in che quantità sono accettati dal nostro intestino, senza avere ulteriori disturbi intestinali.
Si tratta di un protocollo lungo ed a volte estenuante, ma il paziente non deve scoraggiarsi in quanto i risultati sono dietro l’angolo con la riduzione delle sostanze responsabili della sintomatologia. Utile, in tale percorso, il supporto di un nutrizionista per rendere più agevole la fase di eliminazione e quella di reintroduzione degli alimenti.

Dieta e Tumori, Quale relazione?

Gli sportivi

Da ultime ricerche scientifiche appare chiaro che più del 30% dei tumori sia direttamente collegato al tipo di alimentazione delle persone, questo dato così importante può apparire enorme, in quanto gli alimenti che assumiamo quotidianamente non ci sembrano costituire un fattore di rischio importante, eppure le nostre abitudini alimentari hanno un reale impatto sul rischio di essere colpiti da tumore in special modo i tumori dell’apparato gastro-intestinale (stomaco, colon, esofago).
La maggior parte degli studi evidenzia come una dieta povera di frutta e verdura aumenta più del doppio il rischio di sviluppare un tumore rispetto alla persone che invece assumono le giuste quantità.
Il motivo è essenzialmente legato alla mancata assunzione, da parte delle persone che non ingeriscono frutta e verdura, di composti fitochimici, importanti sostanze antiossidanti che bloccano o riducono il rischio di sviluppare un tumore, ricordiamo però che ci sono sostanze che pur avendo una bassa azione antiossidante possiedono notevole capacità di influenzare lo sviluppo del tumore, faccio riferimento in particolare agli isotiocianati presenti nei broccoli più in generale nelle crucifere.
Gli alimenti che contengono grandi quantità di composti antitumorali sono: Le crucifere, il tè verde, i frutti di bosco, la soia, i pomodori, gli agrumi, l’aglio e l’uva, solo per citarne alcuni non dimenticando però il preziosissimo ruolo giocato dalle spezie.
Per terminare quindi un’alimentazione basata su un apporto costante di alimenti contenenti elevate quantità di questi composti rappresenta la miglor arma che abbiamo a disposizione per prevenire l’insorgenza e lo sviluppo di tumori.

Cancro e alimentazione

Cancro e alimentazione

Ovvero come l’alimentazione può incidere, in maniera significativa, lungo le varie fasi di sviluppo della malattia oncologica. La malattia oncologica non irrompe nella nostra vita in maniera improvvisa ma al contrario è un processo lungo, anche decenni, che porta alla trasformazione di una cellula sana in una malata.Il processo viene suddiviso, in maniera didattica, in 5 fasi: Esordio, Mutazione, Diffusione, Tumore e Metastasi.
Senza entrare nel dettaglio di ogni singola fase è stato dimostrato come singoli nutrienti, introdotti con l’alimentazione, possono bloccare l’evoluzione di tale processo.
In particolare i nutrienti presenti negli ortaggi della famiglia delle Crucifere ( broccoli, cavolfiori, verza, cavolini di Bruxelles) hanno dimostrato , per la presenza di grandi quantità di sostanze antitumorali, di avere un forte impatto nel ridurre il rischio di malattia, frenando lo sviluppo del cancro ed impedendo alle sostanze cancerogene di provocare danni soprattutto nella fase di esordio della malattia. Se ne consiglia l’assunzione di tre o quattro porzioni alla settimana.
Nelle fasi di mutazione e diffusione della malattia abbiamo invece un a disposizione una notevole quantità di alimenti che hanno attività antitumorale, la curcuma con le sue attività antiossidanti sembra avere effetto inibendo la crescita di vasi sanguigni indispensabili per la crescita e diffusione del tumore, tale attività è presente anche nel tè verde per la presenza di catechine.
Altri importanti alimenti sono: la soia; utile soprattutto per ridurre il rischio di tumore al seno e alla prostata, i pomodori cotti per la presenza di licopene importante nella riduzione del cancro della prostata, pesce azzurro che per la presenza di omega 3 migliora la risposta immunitaria, importantissimi sono i frutti di bosco (fragole, lamponi, mirtilli, more) per la presenza di proantocianidine e antocianidine che bloccano la sintesi del DNA delle cellule tumorali portandole alla morte.
E non dimentichiamo infine un buon bicchiere di vino rosso che per la presenza del resveratrolo è in grado di inibire l’esordio e la diffusione della malattia tumorale.